Angela Maria Gidaro al convegno Aiam
La Sovrintendente della Fondazione Accademia Internazionale di Imola, Angela Maria Gidaro, ha partecipato ieri in veste di relatrice al convegno “Aiam rapporto 2023 – Attività musicale in Italia e all’estero”, tenutosi nelle sale del Ministero della Cultura a Roma.
Aiam, Associazione Italiana Attività Musicali, ha presentato i risultati culturali, sociali ed economici prodotti dall’impegno delle 206 istituzioni che aderiscono all’associazione, offrendolo alla valutazione del Governo e del Parlamento perché possa costituire – sono le parole del Presidente Aiam, Francescantonio Pollice – «un utile strumento di riflessione e approfondimento sulle principali tematiche del settore».
Fra i relatori, Francesco Nicolosi, presidente della Commissione Consultiva per la Musica, Francesco Giambrone, presidente Agis – Associazione Generale Italiana dello Spettacolo, oltre ai rappresentanti del Governo Onorevole Gianmarco Mazzi, Sottosegretario di Stato allo Spettacolo, il Ministro Plenipotenziario Alessandro De Pedys, Direttore generale per la Diplomazia pubblica e Culturale – Maeci, il Senatore Roberto Marti, Presidente della Commissione Cultura del Senato della Repubblica e l’Onorevole Federico Mollicone, Presidente della Commissione Cultura della Camera dei Deputati.
Angela Maria Gidaro, in qualità di Presidente Aiforart – Associazione Italiana Formazione delle Arti, nata a Roma in seno ad Agis –, ha sottolineato l’importanza dei giovani artisti, definendoli veri e propri «eroi che scelgono di studiare le arti performative e la musica d’arte, eroi che contribuiscono a valorizzare e tramandare quel patrimonio musicale che abbiamo ereditato, patrimonio certamente europeo e massimamente italiano. […] All’estero il “Made in Italy”, e in particolare il “Made in Italy” musicale, ha una connotazione potentissima: dobbiamo percepire anche l’altro lato della medaglia, che riguarda la responsabilità, il dovere culturale di adoperarsi per mantenere la vivacità e la creatività che ci contraddistinguono». A proposito delle riflessioni emerse sulle percentuali del pubblico che fruisce la musica d’arte in Italia, conclude: «Se è vero che si vede soltanto quel che si cerca – citando lo storico dell’arte Heinrich Wölfflin – è anche vero che si cerca ciò che si può vedere”. Perseveriamo nel rendere visibile il nostro patrimonio».